sabato 19 gennaio 2019

Cambiare è importante e parte da noi

L’aria in questi giorni era irrespirabile. È stata la prima volta in vita mia che mi sono accorta dell’inquinamento e questo la dice lunga su quanto siamo scesi in basso.

Nessuno lo vuole sentire, perché vuol dire rinunce, sacrifici, difficoltà, ma l’unico modo per salvare questo mondo è la “riduzione drastica”.
Meno acquisti, solo quelli necessari, solo di prodotti interni. Perché devo comprare manufatti che viaggiano mezzo mondo su tir e nave cargo. Ne compro meno, li pago di più, ma li prendo da qui, con una riduzione drastica del co2 lanciato in aria.
Meno consumi: perché devo comprare cibo che poi è troppo e butto via? Riduco il consumo, il giusto, cerco di prediligere prodotti della mia zona, la produzione interna aumenta, l’importazione diminuisce.
Meno spostamenti, mille giri in auto per cosa? Scegliere in maniera intelligente lo spostamento. Se devo andare al supermercato, scelgo quello di paese, anche se costa di più, la benzina e il gasolio costano anche loro e l’atmosfera mi ringrazierà.
L’Europa sta mettendo in pratica politiche ecologiste ma non servono a niente se colossi come la Cina detengono l’80% dei mercati senza alcun rispetto per l’ambiente, inquinando per quasi il resto del mondo. Se la politica non funziona il primo cambiamento deve venire da noi.

mercoledì 24 ottobre 2018

recensione DMC 100% Baby Pure Merino Wool

Non ho memoria di aver mai recensito un unico filato sul blog. Ieri ho pensato che sarebbe bello farlo. Le recensioni aiutano a chi acquista e anche a chi vende.
Parto con il filato del titolo. L'ho provato per la prima volta lo scorso mese, dovevo lavorare dei capi da neonato invernali.
Sono entrata in negozio e semplicemente mi sono fatta consigliare, non avevo particolari aspettative tranne che volevo della merino morbida e dei colori ben definiti.

Della DMC 100% Baby Pure Merino ho acquistato un bianco.
Il filato è di tipo fingering, adatto per ferri 2,5 mm - 3 mm.

Prima impressione: al tatto morbido, leggermente peloso, composto da più fili ritorti; buona resa per gomitolo, prezzo in linea con quelli di mercato.
Non mi aspettavo chissà che e invece durante la lavorazione sono rimasta stupita.

All'inizio l'ho usato a filo singolo per delle scarpine, non l'ho notato più di tanto, stavo litigando con i ferri circolari e le punte in legno, uniche in mio possesso del calibro che mi serviva, il filato si incastrava nei raccordi e il cavo mi intralciava.

L'amore vero e proprio è scoppiato dopo, quando ho dovuto triplicarlo per lavorare uno spessore maggiore con ferri circolari calibro 5 mm in acciaio nichelato.
Morbidissimo, ottima struttura, punti ben definiti. Lo sto modulando anche in trecce senza utilizzare il ferro ausiliario e risponde divinamente.

Consiglio: per la lavorazione non utilizzare ferri in legno o bamboo, tendono ad aprire il filato per via dell'attrito. Ottimi invece i ferri nichelati o quelli in acciaio. 
Si tratta di un filo a più capi quindi un minimo di attenzione ci vuole. 

Resa dopo il lavaggio: il capo mantiene la sua struttra, i punti si ammorbidiscono, la morbidezza permane.
Consigli per il lavaggio: lavare a mano in acqua tiepida. Anche se superwash non fidarsi ad utilizzare la lavatrice a meno che non sia già stata ampiamente testata su capi fatti con merino superwash. Asciugatura in piano.

Punteggio: 8/10
esempio di cappellino realizzato con DMC 100% baby pure merino wool lavorato a 3 capi., prima del lavaggio
 

venerdì 6 ottobre 2017

C'è lana e lana .... i filati più belli che ho avuto occasione di lavorare.

Quando inizi a fare a maglia ogni filato è buono, nel senso che non hai le conoscenze ne l'esperienza per riuscire a distinguere un vero "buon filato" da uno mediocre.

All'inizio tutte siamo attirate dai filati fantasia, le fettucce, quello a pallini, quello grosso tutto variopinto, buoni prevalentemente solo per fare sciarpe e quando si inizia a capire la differenza immancabilmente ci si sente stupide ad averli acquistati.
Poi si passa alla fase "acrilico si o acrilico no".
Al principio non si riesce a capire perché tutti ce l'hanno con l'acrilico quando ci sono molti filati belli che ne contengono e sono anche piacevoli da lavorare... finché arriva il fatidico momento, la knitter entusiasta prende in mano un vero bel filato, quello che più lo tocchi e più lo toccheresti e che, anche se ci sono 30 gradi all'ombra, non riesci a non lavorare.

In quell'istante tutto ciò che è stato prima scompare e la knitter inizia a vivere un periodo di vero amore per i filati. Ed è finita! Perché inizierà a volerne sempre di più ed a riempire armadi, cassetti, cassepanche di lana, rischierà il divorzio, i figli la ripudieranno... a parte gli scherzi, davvero si farà fatica a resistere all'acquisto compulsivo.
Ma stavolta sarà un acquisto consapevole e ben motivato. Meglio 200 gr di pura merino piuttosto che 5 Kg di filato plasticoso.

Io per voi, per venirvi in aiuto e per farmi odiare dai vostri mariti e compagni, voglio qui elencarvi i filati più belli che ho avuto occasione di lavorare in questi anni.


Il mio primo amore è stato per Rowan e i suoi filati. Ben presto però ho smesso di amarli perché in commercio ce ne sono di molto più belli a costi inferiori.
Però voglio segnalare la Rowan Cocoon che secondo me è la più bella lana mista a mohair in commercio.
E' morbida e calda, soffice, pelosa e ottima per cappelli e sciarpe o cappottini.


Un trend che adoro è Shilasdair. Made in Scozia, isole Skye. Lane speciali tinte a mano in calderone con prodotti naturali autoctoni.
La Luxury Dk con cammello è davvero sorprendente. Ruvida al tatto e molto calda per quanto sottile. Lascia sulla pelle l'aroma del componente usato per la tintura e una volta lavata si gonfia e ammorbidisce.
Occhio al primo lavaggio però, da tinta a mano che è, tenderà a lasciarvi l'acqua coloratissima.

Senza dubbio uno dei brand che vale la pena acquistare è Malabrigo. I colori sono brillanti, con personalità e variano da bagno a bagno. La gamma di spessori è davvero ampia, dal lace al super bulky. Prevalentemente si tratta di merino. pura o mescolata con altre fibre (alpaca, seta).
Mentre la lavori pensi solo a quanto sia morbida, definita, piacevole e ti inebri nell'intensità dei suoi colori e delle sfumature.
Bella! 

Ora salgo verso il top.
Intramontabile Madelinetosh, dall'america con passione.
Un filato spettacolare, definito, morbido, colori pazzeschi. Lo tocchi, lo annusi, lo accarezzi e ti piace, non puoi farne a meno. Il prezzo è alto ma la qualità si sente ad ogni punto.

Non è un must come Madelinetosh ma piano piano ci sta arrivando e lo sta facendo nel modo più spettacolare in assoluto: Hedgehog Fibres. Il filato è bello ma è il colore a fare la differenza. Beata tinge a mano con delle "ricette" tutte sue e difficilmente riproducibili. I colori sono delle vere esplosioni d'arte e ad ogni bagno cambiano un po'. Unica pecca: il sito internet. I colori delle matasse risultano sfalsati di molto rispetto all'originale tanto che un "dragonfly", che sul sito può sembrare sul blu/rosa, all'arrivo a casa risulta più tendente al marrone, e non è poco. 
Li sta a noi fare una ricerca su www.ravelry.com e guardare le foto delle varie matasse in stash delle utenti in modo da farsi un'idea più reale del colore.

Voglio spendere due parole anche su ITO, un brand giapponese. I filati sono particolari, molto sottili, ma hanno davvero carattere. Seta, carta, ecc ITO propone prodotti che difficilmente si apprezzerebbero da soli ma usati per capi estivi o doppiati con altri tipi di filati, rendono molto in tutti i sensi. I prezzi sono convenienti e la qualità è davvero buona.
Qui sotto un mio progetto fatto con ITO (Kinu, Gima e KinGin) e BC Garn Tussah Tweed.


Se vi piacciono i filati un po' rustici Holst Garn fa per voi. Ottimi prezzi, alta resa, propone vari tipi di prodotti con cotone, lana e seta. Gamma colori molto ampia. Acquisto e spedizione direttamente dalla casa madre a prezzi contenuti.


Ultima e per ora mi fermo qui: Drops Design. Ha il grosso vantaggio di avere prezzi molto bassi. I filati sono standard: merino, merino-seta, alpaca, cotone, ecc . Su alcuni non posso dire ci sia una qualità eccelsa, non sono niente di speciale in realtà, altri invece sono buoni e molto apprezzati anche da chi è abituato a qualcosa di più.
Segnalo la Delight, la cotton-merino, la Flora e Alpaca.


Come si nota non ho citato marchi italiani. Filiamo per mezzo mondo ma quello che vendiamo non è niente di che. 
Posso però fare una nota positiva per i tintori autoctoni che acquistano (o addirituttura filano) il top o il filato neutro e poi si cimentano con pentoloni, erbe, tinture naturale e sintetiche, ecc. 
Ce ne sono molti, non farò l'elenco perchè non li ho provati tutti.
Si possono trovare in qualche fiera della manualità e degli hobby creativi tipo "abilmente" o in qualche manifestazione. Se vi capita di trovarne che espongono fermatevi e valutate i filati perchè ne vale veramente la pena.


E qui vi saluto, al prossimo aggiornamento!

martedì 26 settembre 2017

Maglia e logica - capire dove ti vuole portare un pattern - istruzioni per la comprensione



 Di norma si pensa che il lavoro a maglia sia una semplice esecuzione meccanica. C'è una "ricetta" (istruzione, schema o pattern) e l'esecutore presta solamente la sua manovalanza. 
C'è anche chi pensa che basti mettere su un po' di punti e si va avanti come viene viene. Questo era il modo di lavorare di mia mamma e, devo essere sincera, rapportato ad oggi lo trovo alquanto approssimativo.
La maglia è principalmente logica, ad ogni azione c'è un risultato, ma a volte "seguire lo schema" non basta.

Come in una ricetta di cucina, potete tenere al grammo tutte le dosi e il procedimento il più fedele possibile ma alla fine le brutte sorprese non mancano e vi ritrovate con un piatto insipido o troppo salato, una torta che non è dolce, troppo secca o troppo umida. Siete voi che dovete assaggiare, siete voi che per prima cosa dovete conoscere gli ingredienti e per seconda dovete capire da subito dove vuole portarvi la ricetta, perché se vi fa aggiungere burro al posto dell'olio o viceversa il motivo c'è e se voi per primi ne siete al corrente capirete anche da subito se quel tipo di scelta è coerente con il vostro piatto o se va modificata.
Questo perché la ricetta perfetta non esiste.

Anche il pattern del designer più figo della terra difficilmente va bene così com'è. A volte per la fretta di scriverlo ci sono degli errori, mancano delle parti, i tester non si accorgono o non ci sono addirittura tester e ancora: siamo noi ad essere "diversi" da quello che richiederebbe il modello.
Faccio l'esempio della giacca stile chanel. Questo è un modello talmente personale che un'istruzione standard non esiste. La scrivono si, l'hanno sicuramente scritta, ma dire che vesta tutte le taglie con lo stesso bel risultato è la bugia per eccellenza.
Ci sono fianchi diversi, seni diversi, altezze diverse, cose che rendono la Chanel un tipo di capo che deve per forza essere fatto "su misura".

E qui arriva il succo di tutta questa premessa.
Per poter lavorare bene su un pattern bisogna dapprima capire dove vi vuole portare.
I lavori a maglia bene o male hanno uno stesso svolgimento: avvio, lavoro, chiusura. Dentro però può esserci davvero di tutto.
è bene che prima di partire leggiate il pattern per intero, vi interroghiate sulle parti che non vi sono chiare, studiate ciò che non conoscete e vi domandiate perché ve lo fa fare.

perché mi fa partire con un avvio provvisorio?
probabilmente il bordo di avvio andrà cucito o ripreso alla fine.
Allora andate a guardare in fondo allo schema e verificate cosa vi farà fare a quell'avvio.

Dopo il bordo mi fa fare n giri a coste, perché?
Il bordo richiede una certa elasticità. Magari si tratta di un cappello, oppure il polsino di una manica, oppure è semplicemente decorativo.
Cosa mi devo chiedere?
  • mi piace il bordo a coste?
  • lo voglio magari cambiare da 2/2 a 1/1 perché mi piace di più?
  • non è che il mio filato poi molli troppo?
  • Magari non preferisco lavorarlo normale e poi piegarlo e riprenderlo dopo tot cm?
  • magari non preferirei un avvio tubolare?
Ecco già qui si vedono per una sola lavorazione almeno 5 domande. 

Ma è necessario farsele, può darsi che a fine lavoro quel bordo a coste non vi piaccia proprio, magari smolla e vi trovate con un capo di una taglia in più. Forse invece è proprio così che lo volete.

Domandatevi, domandatevi sempre tutto. Di designer da seguire alla lettera ne ho trovato uno solo nell'arco di 8 anni di lavoro a maglia... e comunque non c'è stato momento che non mi sia fatta delle domande sul quello che mi stava facendo fare.

Spesso è utile anche per capire se sia il caso di modificare le istruzioni in base alle vostre esigenze. 
Può essere che un giro vita troppo largo non vi stia bene e lo preferiate più stretto. In questo caso è un bene riuscire a capire dov'è che vi sta facendo diminuire in vita e in che modo, per non arrivare al capo finito con una brutta sorpresa.

Chiudo il post con un esempio di un mio disastro. Ho modificato il pattern, non ho quasi praticamente seguito quello originale tranne che per gli aumenti del busto. Ero stanca, volevo solo finire la maglia, ho pensato che l'autrice non poteva aver sbagliato più di tanto.
Vi lascio con una foto del risultato. Guardate la zona vita/busto e fatevi due risate: il modello ha dietro delle ali da angelo a trafori... ma a me le ali sono spuntate soprattutto di lato.

un abbraccio lanoso!!!


giovedì 28 aprile 2016

Coco Gray Chanel

Come dire... Chanel... un marchio e un mondo tutto a se.



Esattamente un anno fa mi commissionarono un corso per una "giacchina Chanel" e io giuro non sapevo assolutamente cosa fosse.
Mi informai guardando Ravelry (www.ravelry.com) e guardando Pinterest.
Non esistevano schemi che fossero adeguati, assomigliavano a quello che era una giacca stile Chanel, ma non erano assolutamente quello che avevo in mente.
Partì progettandola da zero.L'ostacolo iniziale: che filato? E il secondo: che punto?
Il primo l'ho scelto in un lampo, avevo una rocca di una lana non ben definita ma felted al punto giusto (infeltrita) dello spessore adatto e che una volta lavata si gonfiava andando a raggiungere lo spessore perfetto per una giacca da non foderare.

Il punto invece mi ha dato più problemi, non riuscivo a trovarne uno che esaltasse il filato e desse quella texture rustica dello stile Chanel.

Per caso durante l'ultima lezione con i ferri circolari una mia allieva (che non avrò mai finito di ringraziare) mi mostrò la sciarpina fatta per una delle sue bimbe.. il punto a "coda di rondine" era perfetto per me!

Un ferro tutto a dritto e uno alternando i dritti ai rovesci, oppure un ferro tutto a rovescio e il secondo alternando dritti ai rovesci... è un punto double face.

Dopo aver campionato sono partita. Ho scelto di non lavorare il davanti e dietro separati ma di farli in un unico pezzo e sui fianchi alloggiare aumenti e diminuzioni.
Il lavoro è un bottom up cioè inizia dal basso e sale.

Per la sfiancatura ho diminuito di due cm per lato.

Poi agli scalfi ho iniziato a chiudere le maglie laterali e ho lavorato divisi i due davanti e il dietro.
Nel mentre sagomavo al centro lo scollo. 



Le maniche sono state progettate sulla misura polso e anche queste sono bottom up, con aumenti cadenzati su tutta la lunghezza. Ho sagomato la spalla chiudendo specularmente le maglie, a partire dall'ascella.

Poi ho cucito maniche e spalle.

Ho ripreso le maglie del fondo e dell'apertura centrale e le ho rilavorate a legaccio con una seta debbie bliss, ripetendo il tutto anche per lo scollo e le maniche.





Infine ho cucito i bottoni e creato le finte taschine...
Provata ed è venuta perfetta!!!
Conto di scrivere lo schema, che sarà più una ricetta/schema perchè la chanel deve vestire perfetta e non tutte abbiamo la stessa altezza e lo stesso giro seno.
E' stata una vera e propria conquista! Ma il corso non sono proprio riuscita a farlo... ho impiegato un anno a finire il progetto!

mercoledì 3 febbraio 2016

Un corso fair isle

La neve quest'anno non si è vista.
Poco male, la portiamo noi!!!

Un corso sulla tecnica fair isle (jacquard per noi italiani) con tecnica a due mani in tre lezioni da due ore l'una nel quale lavoreremo il cappellino della foto, unisex e adatto a svariati tipi di filati.

Se siete interessati contattate Filofilò Merceria Creativa, Via Napoleone III n.8/b, Villafranca di Verona, Tel 045 7903117.

Con la tecnica insegnata potrete affrontare qualsiasi progetto a due colori con motivi geometrici, dai maglioni, ai guanti, con lavorazione in tondo.

Iscrivetevi!!!


mercoledì 27 gennaio 2016

Un fiore che fa primavera KAL-CAL

Un fiore che fa primavera è il KAL (knit a long) o CAL (crochet a long) del gruppo QuelloCheHo.

Il gruppo è nato nel 2012 con lo scopo di raccogliere e distribuire ai reparti oncologici, cappellini per le donne che sono obbligate a sottoporsi a chemioterapie.
I nostri cappellini hanno caratteristiche ben precise: devono essere morbidi, fatti a mano a maglia o uncinetto, con filati naturali (lana merinos, cotone, seta, ecc), non avere punti troppo spessi o traforati. Il loro scopo principale è tenere al caldo le testoline nude ma anche portare un po' di allegria alle persone che li indossano.

L'iniziativa è senza scopo di lucro. Non si fanno offerte ne altro, si producono cappellini e basta. Questi poi vengono spediti al negozio Unfilodi di Carate Brianza.
La proprietaria, promotrice e ideatrice dell'iniziativa, si attiva direttamente per distribuire e consegnare i cappellini ai reparti di oncologici che ne fanno richiesta.

Il Kal/Cal è semplicemente un gruppo di persone che si incontrano sul Web usando la piattaforma Facebook o la piattaforma Raverly (www.raverly.com) e insieme fanno questi cappellini, si scambiano consigli e pareri e fanno vedere i loro prodotti finiti.

Se ti piace fare a maglia o uncinetto e vuoi fare con noi qualcosa di buono unisciti ai gruppi QuelloCheHo su Facebook - https://www.facebook.com/groups/1633879460228609/
oppure su Raverly - http://www.ravelry.com/groups/quellocheho-2

Il team di QuelloCheHo ringrazia di cuore tutti coloro che vorranno partecipare alla produzione dei chemocaps.



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